Punto-Gi

GIOVANI, GUIDONIA e...
idee, progetti, riflessioni su un territorio e non solo.



22/01/08

Addio "Comandante Bulow". È morto Arrigo Boldrini, storico comandante partigiano e presidente onorario dell'Anpi

Aveva 92 anni e dall'8 gennaio era ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Ravenna. I medici avevano definito «critico» il suo quadro clinico. Membro dell'Assemblea Costituente e importante esponente del Pci del dopoguerra, Boldrini viveva da alcuni anni nella «Casa della Fraternita» a Marina Romea, località del litorale ravennate.

La motivazione con cui nel 1945 a Ravenna appena liberata, gli consegnarono la Medaglia d’Oro al valor militare recita così:
«Ufficiale animato da altissimo entusiasmo e dotato di eccezionale capacità organizzativa, costituiva in territorio italiano occupato dai tedeschi due brigate di patrioti che guidava per più mesi in rischiose e sanguinose azioni di guerriglia. Nell'imminenza dell’offensiva alleata nella zona – proseguiva – sosteneva alla testa del propri uomini e per più giorni consecutivi, duri combattimenti contro forti presidi tedeschi, agevolando così il compito delle armate alleate. Successivamente, con arditissima azione, costringeva il nemico ad abbandonare un'importante località portuale adriatica che occupava per primo. Benché violentemente contrattaccato da forze corazzate tedesche e ferito, manteneva le posizioni conquistate, contrastando con inesauribile tenacia la pressione avversaria. Si univa quindi con i propri uomini alle armate anglo-americane, con le quali continuava la lotta per la liberazione della Patria».

21/01/08

Legge 194. Libertà di scelta


Prima che la legge 194/78 venisse approvata dal parlamento italiano gli aborti clandestini venivano stimati in oltre 250.000 all'anno.
Bisogna ricordare che le leggi in vigore precedentemente a quell'anno erano quelle del famigerato codice Rocco, dell'epoca fascista, che vietavano sia l'aborto che la contraccezione come delitti contro la stirpe, tanto che la pillola veniva presentata come regolatore del ciclo mestruale e non come contraccettivo.
Il dato più importante però era che anche la donna poteva essere imputata del reato di aborto e quindi molte donne che effettuavano l'aborto clandestino non si presentavano in ospedale quando andavano incontro alle complicanze di interventi il più delle volte eseguiti, soprattutto per le donne povere in assenza delle necessarie precauzioni di sterilità.
Quindi quando avevano la febbre si limitavano a starsene a casa sperando che gli passasse, ma questo faceva sì che l'infezione post-operatoria degenerasse in setticemia, e quindi quando arrivavano in ospedale non restava che ricoverarle in rianimazione dove morivano dopo qualche giorno.
Diverso ovviamente era il discorso per le donne che potevano pagarsi le esorbitanti parcelle delle cliniche private dove i famosi "cucchiai d'oro", così si definivano allora i medici che praticavano l'aborto clandestino a caro prezzo, dal cucchiaino metallico con cui si effettua la pulizia dell'utero, si arricchivano.
Nel 1978 viene approvata la legge che istituisce l'aborto legale, su richiesta della donna entro i 90 giorni dall'ultima mestruazione, e anche dopo in caso di pericolo per la salute psicofisica della donna. (www.vitadidonna.it)

Costituzione italiana. La nostra bussola civile


Sessanta anni. Sulla carta e nella vita del Paese. Sessanta anni di storia repubblicana, civile e politica le cui fila sono legate ai principi e alle disposizioni di quei 139 articoli di legge entrati in vigore il primo gennaio del ‘48, dopo una lunga e intensa gestazione. Ecco la Costituzione italiana: un patrimonio di valori faticosamente costruito e condiviso, un bagaglio di ideali e obiettivi che continua a mostrarsi ricco e fruttuoso e che, seppure segnato da debolezze e inevitabili anacronismi, non perde smalto e vigore nella attualità politica. Anzi, conosce nuovi slanci e ottiene altre conferme, anche a livello internazionale.
Il ripudio della guerra (art. 11), la tutela dei diritti umani, e l'abolizione assoluta della pena di morte (art.27, modificato recentemente) restano capisaldi della carta costituzionale e modelli di riferimento per altri paesi: lo ha dimostrato il successo italiano all'Onu, a proposito della moratoria sulla pena di morte. Ma lo dimostrano in genere tanti passaggi storici di questo arco temporale, durante il quale non sono mancate crisi istituzionali, progetti di revisione, e rischi per la democrazia, eppure il profilo costituzionale ha tenuto. Ha tenuto quel sistema complesso e delicato di valori su cui ha lavorato aspramente l'Assemblea costituente, e ha retto alle sferzate del tempo l'immagine di una legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano, che come dichiarò Umberto Terracini, presidente dell'Assemblea ed esponente del Pci, è stata pensata e redatta "come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore". (Tullia Fabiani, www.unita.it)